Breve storia di Fellicarolo

"Ego Gizardinus filius condam Guiduzi da Garfagnolo ……….dono, cedo, confero per presentem chartulam donationis …. et terram juris mei quam visus sum habere in Felegarolo ……" Questa frase contenuta in una pergamena datata 1 giugno 1169, in cui prima di partire per il pellegrinaggio in terrasanta Gizardino da Garfagnolo, (località posta nell’appennino reggiano, storiche terre matildiche) cede tutti i suoi possessi alla vicina chiesa di Campigliola; inserisce a pieno titolo il paese di Fellicarolo nella storia documentata. A conferma della congruità circa il contenuto del documento; in quel periodo Gerusalemme era occupata dai cristiani, di conseguenza molti di loro si recavano sia per visitarla sia per proteggerla con le armi, Sappiamo inoltre che grazie alla bolla di papa Eugenio III del 1146 “Quantum Praedecessores”  era prassi consolidata la donazione a enti ecclesiastici dei propri beni prima di partire per viaggi, guerre etc. A quei tempi, era (forse) l’unico modo di conservarli in propria assenza, per poi riottenerli al proprio ritorno, -ove fosse  avvenuto-! Dobbiamo altresì rilevare che nel celebre documento di fondazione e attribuzione dei beni all’abbazia di Nonantola datato 750, Orso chierico di Ravenna, ma precedentemente duca di Persiceto (dux Persiceta), donò ad Anselmo, allora abate del monastero di Fanano e dal 752 fondatore e abate dell’ abbazia di Nonantola la località di Arseciura (l’odierna Arsiciola) ubicata nel territorio di Fellicarolo, .. in curte Funiano (Fanano) fundo Arseciura…
Queste due antiche pergamene attestano l’importanza che questa piccola frazione del territorio dell’alto Frignano ebbe già dal periodo altomedievale. È importante la presenza della località dell’Arsiciola nel documento del 750; è utile ricordare che l’Archivio Abbaziale Nonantolano -uno dei più importanti d’Europa- contiene oltre 4500 pergamene, e meno di un centinaio sono datate prima del mille. Non dobbiamo dimenticare che le donazioni alle grandi abbazie o alle chiese cattedrali medievali erano dei veri e propri manifesti politico-fondiari; attestavano cioè il possesso vero o presunto, ma idubbiamente la volontà di dominio sui territori che si ritenevano strategici politicamente, socialmente o economicamente. La località di Arsiciola viene nuovamente citata attraverso la sua chiesa: “S. Bartholomei de Arsezuola”  in una pergamena datata 1233, quando l’allora vescovo di Modena Guglielmo tentò di sottrarre la giurisdizione di tutte le chiese frignanesi all’ abbazia di Nonantola. Dopo queste attestazioni non vi sono -per il momento- altri documenti testimonianti attività o presenze nelle località comprese nel territorio di Fellicarolo fino al XVI secolo, quando fu fondato in questa località un semplice oratorio anch’esso soggetto all’abbazia nonantolana. La chiesa di Arsiciola perse di importanza forse a causa dell’abbandono di quelle terre e fu trasformata in oratorio denominato Rosizolo fino alla definitiva scomparsa nel 1728 a seguito di una frana che lo distusse completamente insieme al borgo. A Fellicarolo dopo l’oratorio fondato nel XVI sec. fu invece eretta nel 1653 -sembra nella località appunto denominata “chiesavecchia”- una chiesa dedicata a S.Pietro, tuttora patrono del paese,  che purtroppo venne  completamente distrutta insieme a molte case sembra 17, nel 1779, essa fu ricostruita nel luogo ove si trova tutt’ora grazie all’intervento economico del duca d’Este e dell’abate commendatario di Nonantola, fu riaperta al culto il 7 agosto del 1781.

Ultima modifica ilLunedì, 14 Settembre 2015 14:49
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